venerdì 23 dicembre 2011

giovedì 22 dicembre 2011

PCMA: FILCTEM CGIL, azione legale per conferma disdetta contratto gomma-plastica da parte dell'azienda

I 1.100 lavoratori dei cinque stabilimenti italiani della “Plastic Components and Modules Automotive” (PCMA) saranno privati, dal 1° gennaio 2012, del loro naturale contratto nazionale, quello della gomma-plastica. È in sintesi quanto scaturito nella tarda serata di ieri (20 dicembre) dall'incontro in Confindustria tra i vertici della 'PCMA' (controllata dal Gruppo 'Magneti Marelli') e i sindacati del settore FILCTEM CGIL, FEMCA CISL, UILCEM UIL.

Irremovibile la posizione dell'azienda che ha sposato in pieno le decisioni contenute nell'ormai famosa lettera di Marchionne a proposito della disdetta del Gruppo FIAT del contratto di lavoro dei metalmeccanici.

Una doccia fredda per i sindacati. “La PCMA non ha voluto sentire ragioni – attacca Rosa Cassatella, della Segreteria Nazionale FILCTEM CGIL – nemmeno quando gli abbiamo fatto notare che il contratto della gomma-plastica ha la sua scadenza naturale il 31 dicembre 2012, e non – come pretende l'azienda – tra qualche giorno. È un vulnus grave, senza precedenti, nei confronti del sistema di relazioni e della contrattazione collettiva tra le parti!”.

Inevitabile l'azione legale che la FILCTEM CGIL sta già istruendo “non fosse altro – aggiunge la dirigente sindacale – perché la CGIL resta priva della rappresentanza sindacale in quegli stabilimenti. E questo non lo possiamo permettere, per il rispetto che tutti dovremmo avere nei confronti dello Statuto dei lavoratori”.

sabato 10 dicembre 2011

Comunicato RSU

Di seguito il comunicato scritto dalla RSU per lo sciopero di tre ore, indetto da tutte le segreterie nazionali.
Come sicuramente noterete leggendo il comunicato, la RSU in maniera unitaria, ha deciso di discostarsi leggermente da quelle che erano le indicazioni.
Le motivazioni che ci hanno spinto a intraprendere questa strada, sono fondate ma molto articolate, tanto che saranno frutto di un doveroso approfondimento in una assemblea retribuita che si terrà il prima possibile.

sabato 3 dicembre 2011

Rinnovo RSU/3

Oggi alle 17:00 sono terminate le operazioni di voto e la commissione elettorale con l'ausilio degli scrutinatori ha iniziato le operazioni di spoglio.
Prima di comunicare l'esito del voto, volevo cogliere l'occasione per ringraziare tutti coloro che si sono prodigati in questa tornata elettorale al fine di ottenere una votazione libera e democratica, in particolar modo al nostro scrutinatore Fabio Onofrietto e al membro della commissione elettorale Pantanella Vittorio.
Ora i risultati:
Si sono recati alle urne 204 persone su 231 aventi diritto pari al 88,3%, mentre alla precedente votazione avevamo raggiunto l'87,5% .
I voti validi sono stati 201 al quale vanno aggiunte le 2 schede nulle e 1 scheda bianca.
la ripartizione dei voti e stata la seguente: 
UIL 73 voti pari al 36%, nel 2008 erano 65voti pari al 37% con una flessione dell'-1% 
CISL 31 voti pari al 16%, nel 2008 erano 46 voti pari al 26% con una flessione del -10%
UGL 26 voti pari al 13% nel 2008 erano 25 voti pari al 15% con una flessione del -2%
CGIL 71 voti pari al 35%, nel 2008 erano 39 pari al 22 % con un aumento del + 13%.


Secondo i nostri calcoli i 6 membri della RSU saranno di conseguenza così ripartiti:
CGIL n°2 
UIL n°2
CISL n°1
UGL n°1


Il responso delle urne penso che sia palese, visto che l'unica organizzazione che ha visto aumentare in maniera consistente le proprie preferenze sia la CGIL con un netto + 13%!!!!.
Questo è stato possibile soltanto grazie a tutti coloro che ci hanno votato, confidando in noi le loro aspettative e riconoscendoci l'impegno e la lealtà di cui come uomini e organizzazione possiamo vantarci.
Grazie a tutti



giovedì 1 dicembre 2011

Il Bastone e la Carota

L'azienda O.I. fa del proprio vanto la trasparenza e il coinvolgimento, quindi a completamento dell'opera chiede collaborazione e sacrifici ai lavoratori.
Tutto avrebbe un senso se poi non si verificasse che lavoratori anche esemplari, al minimo errore o distrazione (succede a chi lavora!), si vedono arrivare a casa con raccomandata delle lettere di contestazione anche per fatti o situazioni di genere collettivo.
Tale posizione di certo fa riflettere, se non altro solleva una questione di incoerenza, in quanto tutto ciò fa presumere che si predica bene ma si razzola male!.
Di certo questa non è una strada che possiamo percorrere insieme, in quanto il rapporto tra le parti (sindacato e lavoratori da una parte e azienda dall'altra), deve essere di correttezza e rispetto reciproco.
Ovviamente i lavoratori non accettano di essere trattati come merce umana ma esigono il rispetto che meritano!
Quando si parla di coinvolgimento si suppone (senza presunzione) che l'azienda dovrebbe cercare di parlare con i lavoratori e non scrivere lettere per ogni banalità.
Se invece a rappresentare l'azienda in questo stabilimento c'è qualcuno che per suo modo di agire intende usare il bastone e la carota...allora noi non siamo d'accordo!.
Invitiamo quindi l'azienda a rivedere questa posizione di rigidità e intransigenza al fine di evitare inutili incomprensioni tra le parti.

mercoledì 30 novembre 2011

Il peggio deve ancora avvenire?

Stiamo apprendendo dai giornale le prime indiscrezioni sul tanto acclamato "Decreto sviluppo" che in neo Presidente del Consiglio Mario Monti con la sua squadra, è ormai pronto ad emanare.
Quello che trapela sono un insieme di norme che di "eccezionalità e equità" hanno ben poco. 
Infatti sarebbero dovute essere delle norme così dette transitorie necessarie per superare il difficilissimo momento che stà  attraversando adesso il nostro paese. 
Dovevano essere eque, cioè avrebbero dovuto prelevare le risorse necessarie da chi più ha!
Aveva anche parlato di riforme concordate con le parti sociali ( i sindacati)...
Scordatevi tutto questo!!!
Saranno in realtà della norme che a quanto trapela fin'ora, andranno ad impattare in maniera violenta e catastrofica su di NOI, operai, pensionati, giovani e lavoratori dipendenti.
Si parte con le soliti ma già ampliamente annunciate nuove tasse, la così detta I.M.U. (imposta municipale unica) che va ad accorpare la vecchia ICI e le altre imposte comunali (TARSU), ma il tutto maggiorato poichè i comuni dovranno andare a ritoccare gli estimi catastali, cioè il valore legale delle nostre abitazioni, anche se prima casa!.
Il fondo si toccherà con la riforma delle pensioni e del mercato del lavoro. Qui bisogno fare dei piccoli passi indietro per fare bene chiarezza. 
Ma iniziamo prima dalle pensioni.
La nuova normativa, poichè si parla di normativa e non di proposta, prevederebbe il blocco del ricalcolo delle pensioni, in pratica vuol dire che i nostri padri-madri o nonni/e non avranno gli aumenti delle pensioni. E' come se a noi non rinnovassero i contratti collettivi, uguale meno soldi a fine mese per sempre!!
Poi c'è la parte per noi più dolorosa, quella che prevederà un nuovo metodo ai fini del calcolo per andare in pensione. attualmente si può andare in pensione o con 40 anni di contributi o con la somma dell'età anagrafica con gli anni di contributi avendo almeno 60 anni e 35 anni di contributi. La norma dovrebbe prevedere l'ingresso della pensione solo ed esclusivamente superati a 42 anni di contributi interamente versati (quindi 43) in concomitanza di una finestra mobile che parte dai 62 anni di età e arriva a 67!.
Per la riforma del mercato del lavoro bisogna partire dal 2008, dove CGIL CISL e UIL in maniera unitaria stavano trattando con il governo una proposta comune di riforma degli assetti contrattuali, di punto in biancho nel 2009 dopo un incontro segreto a Villa Certosa, la CISL e la UIL firmano in maniera separata un accordo con il governo completamente diverso da quello che stavano trattando fino a poche ore prima. Accordo fortemente contestato dalla CGIL ma anche da più di 3 MILIONI di lavoratori, poichè da la possibilità di modificare le leggi dei CCNL in base alle esigenze industriali anche se con dei limiti, in sostanza si cambiavano le regole del lavoro per " incentivare" la competitività dell'azienda. Frutto di quella firma messa da cisl e uil fu il famigerato "accordo di pomigliano". 
Dico questo poiché il governo vorrebbe per legge obbligare tutte le aziende a sottoscrivere accordi del genere legando non solo le parti variabile alla produttività (premio di produzione), ma una parte consistente di tutto il salario.
Naturalmente per completare il quadro le aziende hanno bisogno di una RSU che firmi l'accordo. Fin'ora CISL e UIL non si sono fatti scrupoli.
La decisione è anche nelle nostre mani. 


RIMANE LA CONSAPEVOLEZZA CHE SOPRATTUTTO NELL'ULTIMO PERIODO SOLTANTO LA CGIL E' RIMASTA FEDELE AI PROPRI IDEALI E PRINCIPI FONDATI SULLA DIFESA DEI DIRITTI DEI LAVORATORI.

Pensioni: Camusso, 40 è numero magico e intoccabile. Governo convochi parti sociali

“Il Governo deve sapere che 40 è un numero magico e intoccabile e mi pare che questo sia esaustivo della discussione”. Così il Segretario Generale della CGIL Susanna Camusso ha commentato le indiscrezioni sulle misure per aumentare la soglia di 40 anni per le pensioni, partecipando ad un convegno sul lavoro a Bologna.
La leader del sindacato di Corso d'Italia ha quindi ribadito che la CGIL non intende mettere in discussione il limite dei 40 anni di contributi per le pensioni di anzianità. Tuttavia, ha aggiunto, “si rischia di continuare a commentare indiscrezioni e indicazioni. Credo – ha detto - che sia giunta l'ora che il Governo chiami le parti e ponga il tema di quali scelte intende fare e come intende discuterne”. Ad oggi comunque, ha concluso Camusso, "dal Governo non è arrivata nessuna convocazione alle parti sociali per discutere la questione delle pensioni".

mercoledì 23 novembre 2011

FIAT: Camusso, con la disdetta dei contratti l'azienda torinese vuole evitare il tema delle politiche industriali

CGIL, forte il timore che il vero obiettivo sia quello di estendere il contratto di Pomigliano. FIOM CGIL, subito due ore di sciopero e assemblee in tutti gli stabilimenti del gruppo
» FIOM CGIL scrive a FIAT per richiesta incontro urgente 

22/11/2011 Condividi su:  condividi su Facebook condividi su Twitter
“Ogni volta che si prova a far ripartire questo Paese, la FIAT decide di piombare dentro la rottura delle relazioni sindacali". E' così che il Segretario Generale della CGIL,Susanna Camusso, commenta la decisione, annunciata ieri (21 novembre) dalla casa automobilistica torinese, di dare la disdetta, dal primo gennaio 2012, di tutti gli accordi sindacali vigenti e di “ogni altro impegno derivante da prassi collettive in atto'', in tutti gli stabilimenti automobilistici italiani. Secondo Camusso, questo sarebbe un modo “per non discutere mai di politiche industriali". Invece, aggiunge la leader della CGIL, "mentre FIAT prosegue il suo cammino solitario, il tema fondamentale resta quello di ripartire dalle grandi imprese e dalle politiche industriali”.
Una decisione, quella di FIAT, già commentata ieri, appena appresa la notizia, dal Segretario Confederale della CGIL Vincenzo Scudiere, con delega ai settori produttivi, che ha voluto sottolineare come il paese sia difronte “ancora ad una conferma del carattere destabilizzante delle scelte che l'azienda (FIAT) continua a compiere, con il fondato timore che il vero obiettivo sia quello di estendere il contratto di Pomigliano costruendo così, per questa via, il contratto nazionale del gruppo”. “Tale scelta -  ha aggiunto Scudiere - porterebbe inevitabilmente all'esclusione di un sindacato fortemente rappresentativo come la FIOM CGIL dall'esercizio dell'attività sindacale negli stabilimenti del gruppo automobilistico. Se così fosse non ci potrebbe che essere la nostra contrarietà”. Secondo il dirigente sindacale della CGIL, “se la decisione FIAT di applicare il contratto di Pomigliano in tutti gli stabilimenti del gruppo risultasse vera, sarebbe utile fare fronte comune con CISL e UIL per difendere la garanzia dei sindacati di essere presenti nei luoghi di lavoro ed essere liberi di esercitare la loro prerogative”.
Per  Maurizio Landini, Segretario Generale della FIOM CGIL, la decisione dell'Ad FIAT di sospendere gli accordi sindacali è "la conferma della chiara intenzione di voler estendere l'accordo di Pomigliano a tutto il gruppo” creando, quindi, ha spiegato “una contrapposizione con il contratto nazionale e con tutta la contrattazione aziendale fatta in quarant'anni di storia delle relazioni sindacali”.
Per i lavoratori, ha proseguito Landini, rappresenterà “un peggioramento delle condizioni lavorative”, perchè secondo il dirigente sindacale significherà: “taglio delle pause, non pagamento della malattia, limitazione del diritto di sciopero”. Inoltre i lavoratori “non avranno più il diritto di eleggere i propri delegati, poiché saranno nominati”. Tutto questo significherà anche, ha aggiunto Landini “una limitazione delle libertà sindacali, perchè secondo la FIAT, la CGIL non avendo firmato quell'accordo non avrebbe più diritto ad esistere”. La FIAT, per il leader delle tute blu della CGIL, in un colpo solo vorrebbe così cancellare sia il contratto nazionale che le libertà sindacali, violando lo Statuto dei lavoratori. "La FIOM CGIL - ha avvertito Landini - non sarà mai disponibile ad accettare questa logica. Invitiamo, quindi, le altre organizzazioni sindacali a riflettere con attenzione sui comportamenti del gruppo FIAT, il quale continua a non presentare un piano industriale, e contemporaneamente chiude gli stabilimenti, licenzia i lavoratori e cancella il contratto e le libertà sindacali”.
Per questi motivi la FIOM CGIL ha deciso innanzitutto di aprire una discussione con i lavoratori del gruppo: numerose assemblee verranno accompagnate da due ore di sciopero in tutti gli stabilimenti. Un'iniziativa di protesta che, come ha affermato Landini, verrà valutata nel corso del prossimo comitato centrale della FIOM convocato per il 29 novembre.

mercoledì 16 novembre 2011

Comunicato incontro con segreterie Nazionali

Come già annunciato nei post precedenti, le segreterie nazionali di CGIL cisl e uil e la direzione Aziendale, si sono incontrate a Roma, di seguito il comunicato conclusivo.
Per commentare e discutere la delicata situazione che si prospetta,è stata indetta una assemblea retribuita per 
Venerdì 18 dalle 14:00 alle 15:00 e dalle 15:00 alle 16:00.


lunedì 14 novembre 2011

Fermata macchine/2

Come alcuni di voi sanno, alcuni giorni fa è venuto in visita nel nostro stabilimento il Dott. Noviello, nell'occasione ha incontrato la nostra RSU che ha colto l'occasione per incalzarlo con domande inerente la fermata delle macchine 23-11 e 21.
Il Dott. Noviello naturalmente non si è sbilanciato molto anche perché nella giornata del 14 Novembre era organizzato un incontro ufficiale con le segreterie nazionali di CGIL cisl e uil.
Ci ha comunque annunciato il prolungamento del fermo dalla macchina 11 di circa due settimane, la ripartenza è adesso prevista per il 14 Dicembre.
Tutto invariato per la 23 mentre la 21 verrà anch'essa posticipata di alcuni giorno ripartendo intorno al 8 gennaio.
Siano anche riusciti a sapere che l'esubero è di circa 40000 t, e riguarderebbe tutta europa, anzi gli stabilimenti Italiani sono quelli meno interessati.
C'è purtroppo da segnalare la fermata che interessa lo stabilimento di S. Gemini dove a contrario del nostro sono stati costretti ad attivare gli ammortizzatori sociali.
Come avremo novità derivanti anche dall'incontro effettuato dalle segreterie nazionali, lo pubblicheremo subito. 

Rinnovo RSU/2

Come ormai saprete nelle giornate del 30 Novembre 1 e 2 Dicembre ci saranno le votazioni per il rinnovo della RSU.
Mi raccomando andate a votare e votate per la CGIL!!!.

mercoledì 9 novembre 2011

Camusso, timore per misure su licenziamenti in maxiemendamento. Il 3 dicembre CGIL in piazza per il lavoro

Ai microfoni di RadioArticolo1 il Segretario Generale della CGIL all'indomani del voto alla Camera sul rendiconto di bilancio, afferma: "la sfiducia verso il premier è dovuta al fatto che ha sbagliato tutto per tre anni"

All'indomani del voto alla Camera al rendiconto di bilancio, con soltanto 308 voti favorevoli e 320 non votanti e un astenuto, che ha portato alla perdita della maggioranza da parte del Governo Berlusconi, il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, intervistata da RadioArticolo1 afferma “se ne deve andare a casa”. Un monito che verrà rilanciato il 3 dicembre in occasione della manifestazione nazionale della CGIL in programma a Roma a piazza San Giovanni. Sono molteplici gli esiti che la leader della CGIL, nello scenario politico attuale pone al vaglio: se il 3 dicembre, ci sarà ancora il Governo Berlusconi, spiega Camusso, “il messaggio sarà quello che fa male al Paese, e che quindi deve andare a casa”. Se invece ci sarà un altro governo, prosegue la leader della CGIL “rivendicheremo una politica strettamente legata al lavoro”. Mentre, in caso di elezioni, aggiunge Camusso "diremo a tutti quelli che si candidano che il loro programma deve ripartire dal lavoro".
La numero uno di Corso d'Italia parla di una situazione “molto difficile”, che vede il nostro Paese, “di fronte ad una crisi che non ha precedenti, se non nel dopoguerra. Ma – avverte Camusso - serve tenere i nervi saldi”. Secondo il Segretario Generale della CGIL, per prima cosa, non bisogna dimenticare le responsabilità: "siamo a questo punto – ricorda - non perchè l'Italia sia un paese non in condizioni di autoproteggersi” ma perchè “il Governo ha negato per tre anni la crisi. Se siamo a questo punto con i dati delle borse e dello spread – continua Camusso -  è perchè la credibilità del governo Berlusconi nel mondo è sotto zero”. In merito all'ambiguità delle scelte del presidente del Consiglio, sottolinea la leader della CGIL “credo sia la ragione della sfiducia di queste ore”, e cioè la sfiducia che possa essere “questo governo a rimettere l'Italia sui binari giusti”.
Sul “cosa fare?”, Camusso esprime con chiarezza la necessità di “scelte e decisioni rapide, che siano nel segno dell'uguaglianza sociale”. Il Segretario Generale della CGIL scongiura l'ipotesi di una soluzione che “carichi su pensioni, su licenziamenti e sul mercato del lavoro”. E' forte infatti la preoccupazione del numero uno di Corso d'Italia, che nel maxiemendamento torni di assoluta attualità un intervento unilaterale sui licenziamenti: “Non sono affatto serena – spiega Camusso -, in questi giorni vedo un avvitarsi di situazioni che costituiscono nuove ragioni perchè ci si senta con CISL e UIL per ragionare insieme”. La leader della CGIL ribadisce a questo punto che bisogna cominciare dalla patrimoniale, dall'evasione e dalla distribuzione del carico fiscale. Ma sia chiaro che, spiega Camusso "nessuna soluzione che lascia a questo governo e a questa politica la prosecuzione, ci mette al riparo dalla crisi".
In merito all'ennesima lettera inviata dal Consiglio Europeo al Governo nel quale si chiede come si fanno a ridurre le 46 forme di ingresso al lavoro che ci sono oggi in Italia, il Segretario Generale della CGIL commenta, è “l'unica cosa utile, le altre non sono positive” e aggiunge “non si contrasterà mai la precarietà se si continuerà ad avere 46 forme di assunzione. Ne bastano 4-5”. “Cancellare forme di ingresso - sottolinea Camusso - non costa niente, basterebbe un voto del Parlamento”. Un'altra cosa che, come ricorda la leader della CGIL, si potrebbe fare è un uso più equilibrato degli ammortizzatori sociali. “I giovani, se sono precari, hanno discontinuità lavorativa e per questi non c'è nessun accesso agli ammortizzatori. Se sono dentro le imprese – dice - pagano in termini di licenziamento. Mettiamo lì una risposta che permetta a tutti di poter accedere agli ammortizzatori. Distribuiamo risorse, i giovani sappiano che c'è continuità di reddito”.
Uno sguardo il Segretario Generale della CGIL lo rivolge anche alle donne, sottolineando la necessità che il lavoro femminile e la ripresa demografica vadano insieme, di pari passo. “Bisogna ripristinare la legge contro le dimissioni in bianco – dice Camusso - togliere lo strumento fondamentale di discriminazione sulla maternità che esiste per le lavoratrici”. Al fianco di questo, aggiunge “bisogna introdurre la paternità obbligatoria e togliere i due grandi pregiudizi che rendono il lavoro femminile e la maternità incompatibili”.
Infine, sull'annuncio delle dimissioni da parte del premier, la leader della CGIL spiega: “La parola del presidente della Repubblica è una parola fondamentale, un impegno preso con il presidente della Repubblica va onorato. Però – avverte - è altrettanto evidente che ci devono essere certezze, ma non solo politiche”. Nel concludere Camusso esprime la forte preoccupazione per l'idea che venga proposta al parlamento “una manovra così indigeribile, che obbliga l'opposizione a sottrarsi e in ragione di questo si voti la fiducia e ricominci un balletto nelle prossime ore. Questa – avverte il Segretario generale della CGIL - è la vera preoccupazione. Il tema non è cosa succede un minuto dopo, serve cambiare politica da subito”.

martedì 8 novembre 2011

Comunicato elezioni RSU

Cari colleghi, come avrete certame te notato dalle bacheche sindacali, le elezioni per il rinnovo della RSU sono state indette.
La commissione elettorale costituita da un membro per sindacato, ha ufficializzato la lista dei candidati e ha deciso il luogo e le date delle votazioni.
Il seggio elettorale verrà istituito presso la sala sindacale vicino la portineria, sarà possibile recarsi al seggio per votare nei giorni
·         mercoledì 30 Novembre dalle ore 13:00 alle ore 17:00
·         giovedì 1 Dicembre dalle ore 22:00 alle 24:00
·         venerdì 2 Dicembre dalle ore 13:00 alle 17:00
Si può esprimere una sola preferenza di voto, ponendo una X sul quadrato a sinistra del nome del candidato prescelto, o sulla lista. In caso di errore o dubbi, potete chiedere spiegazioni o una nuova scheda alla commissione elettorale presente nel seggio.

Votare è importante per il nostro futuro, una RSU costituita da persone competenti è fondamentale per i lavoratori ed il lavoro.

E’ ora di voltare pagina. 

domenica 6 novembre 2011

Esplosione Ascoli Piceno: CGIL, grave attentato alla Camera del Lavoro, individuare i responsabili

Una potente bomba carta è stata fatta esplodere davanti alla CdL di Ascoli Piceno. Ferma la condanna della CGIL che esprime solidarietà a dirigenti e iscritti. “Non ci faremo intimorire, la nostra azione di difesa dei diritti dei lavoratori e pensionati non si arresterà”. Lunedì ore 18 manifestazione provinciale davanti alla sede della CGIL di Ascoli


Ferma condanna da parte della CGIL per il grave attentato che, nelle prime ore di questa mattina, ha colpito la Camera del Lavoro di Ascoli Piceno. Una potente bomba carta è stata fatta esplodere davanti alla sede della CGIL territoriale. Secondo quanto riferito dal sindacato i danni materiali sono consistenti e si tratta del secondo attentato a distanza di pochi mesi.


“La reazione della nostra struttura è stata tempestiva” si legge in una nota della Segreteria Nazionale della CGIL. "Oltre a richiedere l’immediato intervento delle forze dell’ordine - prosegue la nota - è stata sollecitata al Prefetto la rapida convocazione del 'Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica'”. Per la giornata di lunedì, alle ore 18, si terrà una manifestazione provinciale davanti alla sede della CGIL di Ascoli.


La Segreteria Nazionale della CGIL prosegue la nota “esprime la più ferma condanna per questa ulteriore grave forma di intimidazione ed esprime la propria solidarietà e quella dell’intera organizzazione alle compagne ed ai compagni della CGIL di Ascoli. Chiediamo alle forze dell’ordine di individuare i responsabili nel più breve tempo possibile. Per quanto ci riguarda deve essere chiaro da subito che non solo respingiamo con forza ogni tentativo di intimidazione ma ribadiamo a chi tenta, con inaudita violenza, di intimorirci che la nostra azione di difesa dei diritti delle lavoratrici, dei lavoratori e dei pensionati non si arresterà”.

mercoledì 2 novembre 2011

Crisi: CGIL, momento drammatico, problema è governo

L'andamento dei mercati e le pressioni speculative sui titoli di stato registrati evidenziano, secondo la CGIL, che sul piano europeo occorre “definire nuove scelte che non sono quelle stabilite dall'ultimo vertice di Bruxelles”, inoltre “è indispensabile un nuovo governo del paese che abbia la forza e la credibilità di ridiscutere le politiche europee con gli altri paesi”
01/11/2011 Condividi su:  condividi su Facebook condividi su Twitter

"La giornata di oggi conferma una convinzione che abbiamo da tempo: siamo dentro una profonda crisi europea alla quale si aggiunge una ormai drammatica crisi italiana, enfatizzata dalla fragilità e dalla mancanza di credibilità di un governo che sta portando i nostri titoli pubblici ad una situazione di insostenibilità. La pressione esercitata dai mercati non è diretta solo al nostro paese ma è indirizzata verso il governo che è la parte preponderante del problema". Così in una nota la CGIL sull'andamento dei mercati e le pressioni speculative sui titoli di stato che si registrano oggi.
Per il sindacato di Corso d'Italia "è ormai evidente che sul piano europeo occorre definire nuove scelte che non sono quelle stabilite dall'ultimo vertice di Bruxelles. L'attuale Patto di stabilità e crescita europeo va ridefinito perché è evidente che non sta garantendo né la stabilità né in alcun modo la crescita del sistema europeo. Così come è evidente che in Italia occorre un nuovo quadro politico che tragga forza da un nuovo voto popolare".
Nella nota la CGIL sottolinea inoltre che "è indispensabile infatti un nuovo governo del paese che abbia la forza e la credibilità di ridiscutere le politiche europee con gli altri paesi e che imposti una nuova politica economica per l'Italia. Serve pianificare e attuare scelte di politica industriale, investire nella crescita attraverso scelte strategiche che guardino alle infrastrutture e all'energia, proteggere il lavoro che c'è e crearne di nuovo, guardando ai giovani, alle donne e al Mezzogiorno del paese".
Quest'ultimo, spiega la confederazione sindacale, "in un quadro nazionale per la crescita, potrebbe dare un contributo fondamentale. Basterebbe sbloccare i fondi effettivamente disponibili e non cedere alla propaganda delle gabbie, siano esse salariali e previdenziali, del ministro delle Riforme Bossi. Un'ennesimo elemento di divisione e non di coesione che crea una nuova frattura e che di certo non risolve i problemi del conto economico dello Stato".
Secondo la CGIL "solo attraverso una nuova politica fiscale, con l'introduzione di una imposta per le grandi ricchezze e un piano strutturale di lotta all'evasione fiscale si possono trovare le risorse per impostare una politica straordinaria per l'occupazione. In un'ottica di giustizia sociale, che questo governo non ha mai perseguito, ognuno deve responsabilmente fare la sua parte, cominciando quindi a chiedere un contributo a chi più ha e che in questa crisi ha guadagnato. Il paese non riparte facendo gravare il peso dei sacrifici sulle spalle dei soliti noti. Solo mettendo al centro il lavoro si può salvare l'Italia e rilanciare l'Europa", conclude la CGIL.

domenica 30 ottobre 2011

Assemblea CGIL

Per il giorno giovedì 03 Novembre la  RSU-CGIL ha indetto una assemblea retribuita che ha come ordine del giorno la situazione aziendale.

giovedì 27 ottobre 2011

Lettera a UE: CGIL, norme contro lavoro, reagiremo con forza


Misure da incubo e a senso unico”
27/10/2011  | Politiche del lavoro Condividi su:  condividi su Facebook condividi su Twitter
“Norme a senso unico contro il lavoro e il modello sociale italiano sono all'interno di una lettera da libro dei sogni, incubi per la verità”. Così la CGIL bolla la lettera presentata ieri dal premier Berlusconi al vertice di Bruxelles per salvare il paese dalla crisi, annunciando che “il sindacato reagirà con la forza necessaria”.

“Se l'obiettivo è assumere e non licenziare il governo mandi subito una raccomandata urgente a Bruxelles dicendo che si è sbagliato”, osserva il Segretario Confederale CGIL, Fulvio Fammoni, nel sottolineare che “l'Europa accetta per non far sprofondare le borse e soprattutto per commissariare, non più solo politicamente ma di fatto, il nostro paese. Ecco il risultato di un governo non più credibile per nessuno e dannoso per l'Italia. Come nel paese dei balocchi si scrive che 'il governo trasformerà le aree di crisi in aree di sviluppo', siamo al ridicolo”.



Nel merito delle proposte contenute nella lettera, Fammoni osserva: “Oltre alla propaganda, poiché la lettera è chiaramente non un programma di governo ma il futuro manifesto elettorale del partito di Berlusconi, lo sviluppo è inteso solo come: libertà di licenziare con una disoccupazione reale ben oltre il 10%; il termine 'efficienza dell'impresa' significa libertà di licenziare per ogni evenienza, una specie di istigazione a delinquere verso un sistema produttivo in cui gli ammortizzatori sono a fine corsa; punire ancora i lavoratori pubblici, con un governo che ha già programmato il licenziamento di altri 200 mila precari nei prossimi 3 anni con in più mobilità obbligatoria e cassa integrazione, cioè meno lavoro e ulteriore drastico taglio dei servizi; intervenire sulle pensioni, in particolare contro le donne il mezzogiorno”.


Ciò di cui non c'è traccia invece, precisa il dirigente sindacale, “è la lotta al sommerso o l'introduzione Patrimoniale. E' evidente l'unidirezionalità delle scelte che punta a far diminuire la pressione del sistema delle imprese che, pensando in modo avaro di essere al riparo da questi provvedimenti, si scordano cosa detto fino a ieri e danno un giudizio positivo. Il sindacato, nessuno si illuda e mi auguro unitariamente, reagirà con la forza necessaria - conclude Fammoni - per non far varare queste norme ingiuste”.

mercoledì 26 ottobre 2011

Lettera UE: Pensione a 67 anni e licenziamenti facili

Bocciature a raffica dalle opposizioni e dalla Cgil – che invita alla mobilitazione generale - alla lettera del Govenro alla Ue. A partire da un gruppo di senatori Pd (Tamara Blazina, Rita Ghedini, Paolo Nerozzi, Achille Passoni, Giorgio Roilo e Tiziano Treu) che esigono che Sacconi riferisca in Parlamento sull'attacco alle tutele dei lavoratori. 


CAMUSSO: ENNESIMO ATTACCO, MOBILITAZIONE UNITARIA 
Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso invita alla mobilitazione: «A giudicare dalle indiscrezioni, lo spirito riformatore del governo si traduce in un ennesimo attacco, sui licenziamenti, sul lavoro precario, sulle pensioni, che colpiscono in particolare le donne e il mezzogiorno. Siamo per proporre a tutti un'iniziativa di mobilitazione unitaria».

DAMIANO: LETTERA DEL TUTTO NEGATIVA
Cesare Damiano del Pd legge le anticipazioni della lettera e, riservandosi di leggere il testo ufficiale, e la definisce allarmante: «Una ventata di deregolamentazione sul lavoro e sullo stato sociale al quale bisogna assolutamente opporsi». «Un quadro estremamente negativo: ci sono delle promesse fatte all'Europa e come uniche misure concrete quelle di rendere i licenziamenti più liberi e di aumentare l'età della pensione a 67 anni dal 2026. C'è un accanimento sui lavoratori e sui pensionati che la dice lunga sul profilo di questo governo che salva i patrimoni e le rendite e si accanisce sui più responsabili che sono anche i più deboli».

DI PIETRO: PAGANO I DEBOLI, CHIUDERE LEGISLATURA
Secondo il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, «per questo governo ladro a ripianare i conti devono essere i lavoratori, i precari e le fasce deboli e non gli approfittatori e gli evasori della Casta. Ancora una volta, il governo non vuole la pace ma lo scontro sociale. È estremamente necessario che chi ha forza, responsabilitàsenso delle istituzioni, anche all'interno di questo Parlamento, spenga la luce e faccia finire la legislatura prima che lo scontro aumenti».



Queste non sono che le prime reazioni che ha scaturito la lettera che il governo Italiano ha inviato alla UE stamani. Lettera che dovrebbe servire per convincere i partners europei della nostra affidabilità e capacità di crescita e sviluppo, necessarie per uscire dalla crisi.
In realtà più che un piano per la ripresa è un elenco di provvedimenti che il governa si impegna a varare entro un tempo non ben definito!!! Questo come può dare fiducia ai mercati ed ai capi di stato stranieri???
Come può aumentare la crescita andare più tardi in pensione??!!
Come può aiutare la ripresa la distruzione selettiva dell'istruzione, partendo dalla scuole dell'obbligo basate sulle prove INVALSI, fino ad arrivare alle università pubbliche messe in competizione con quelle private (private ma ricevono sovvenzioni dalla Stato come quelle pubbliche)??
Come si può sviluppare la crescita INCENTIVANDO I LICENZIAMENTI!!!!!!


Noi siamo pronti a mobilitarci per rimarcare i nostri NO a quelli che sembrano più dei "piani criminosi"  atti a differenziare ancora di più quel divario già esistente tra operai e ricchi.
ORA BASTA CHE I SOLDI LI CACCIASSERO LORO!!!!!
Speriamo che insieme alla CGIL che da sempre è in prima linea a difesa dei lavoratori, ci siano anche gli altri sindacati.   

martedì 25 ottobre 2011

Incontro RSU fermata macchine

Oggi la Direzione aziendale ha convocato la RSU per delle comunicazioni urgenti.
L'Azienda, rappresentata oltre che dal Direttore e dal capo del personale, anche dal Dott. Mastrovito in qualità di responsabile degli HR per il centro-sud, ha dichiarato l'intenzione di procedere ad una fermata macchine a partire dalla prossima settimana per motivi, a loro detta, commerciali derivati da una flessione nel mercato del "food".
I tempi ed i metodi della fermata, che interesserà più macchine, verranno meglio specificati in un imminente comunicato da parte della RSU.
Possiamo soltanto aggiungere qualche considerazione del tutto personali sulla metodologia messo in campo dall'azienda che ci lascia intendere oltre che una totale sudditanza nei confronti dei vertici "stranieri", anche una scarsa sensibilità verso i propri dipendenti fissi o precari che siano.
Ma questo d'altronde è l'opinione della CGIL

Pensioni: CGIL, governo non credibile per fare riforme


Per la Confederazione non sono più tollerabili gli attacchi del Governo alle pensioni e ai lavoratori “l'attacco al lavoro ormai è insopportabile ed ogni ulteriore intervento sulle pensioni noi lo contrasteremo con decisione”. Ora bisogna guardare alle cose importanti da fare: “reperire le risorse nei patrimoni e nelle grandi ricchezze, per dare prospettive di crescita e di occupazione ad un Paese che si sta trascinando sull'orlo di un baratro”
25/10/2011  | Welfare Condividi su:  condividi su Facebook condividi su Twitter
“Non sarebbero tollerabili mediazioni nel governo che ripartissero dall'accanimento sulle donne, già abbondantemente messo in atto nei mesi scorsi”. Lo afferma Vera Lamonica, Segretaria confederale della CGIL con delega alle politiche previdenziali, che sottolinea come “l'attacco al lavoro ormai è insopportabile ed ogni ulteriore intervento sulle pensioni noi lo contrasteremo con decisione”.

Il sistema, ricorda Lamonica “è stato troppe volte toccato e ritoccato; le età reali e legali di pensionamento sono già allineate quando non superiori, col resto d'Europa ed i tagli sulla previdenza sono stati utilizzati più volte in tutte le manovre”. I lavoratori dipendenti, prosegue la dirigente sindacale della CGIL “hanno già dato, ed ora è incredibile che non si guardi alle cose davvero importanti che si devono fare”, ossia “reperire le risorse laddove ci sono, nei patrimoni e nelle grandi ricchezze, per dare prospettive di crescita e di occupazione ad un Paese che si sta trascinando sull'orlo di un baratro”.
Lamonica punta il dito contro il Governo “incapace e screditato oltre ogni limite – insiste - non è credibile per affrontare qualunque discorso di riforma. Le riforme – avverte - si fanno per dare futuro al Paese, per risolverne i problemi e per introdurre maggiore equità dove, come anche nel sistema previdenziale, permangono iniquità e storture”.

Nel concludere Vera Lamonica afferma che “se proprio si vuole iniziare un percorso di riforme allora si guardi alle sperequazioni che ci sono, per esempio alle differenze di aliquota tra lavoratori dipendenti ed autonomi ed al fatto che i lavoratori dipendenti e parasubordinati, condannati questi ultimi probabilmente ad un futuro pensionistico molto scarso, ripianano il debito delle gestioni previdenziali di autonomi e dirigenti d'azienda. Il resto – conclude - è vessazione del lavoro dipendente, discriminazione, semplificazione e propaganda”.

giovedì 20 ottobre 2011

Rinnovo RSU
Dopo la pressione del Comitato degli Iscritti, la RSU ha finalmente attivato la procedura per indire nuove elezioni. 
Ora la palla è passata ai lavoratori che tra poco saranno chiamati a decidere chi rappresenterà i loro interessi. 
Noi ci sentiamo in dovere di rimarcare l'importanza di questa decisione troppo spesso affidata al caso o peggio ancora, basata solo sulla simpatia e non sulle capacità sindacali o la serietà delle persone.
La CGIL ormai da tempo ha effettuato un taglio netto e radicale voltando pagina, emarginando quelle persone che erano al loro interno solo per fini personali, creando una squadra di Lavoratori seri che credono nei valori del sindacato e nel Lavoro.  

Governo: Camusso, vogliono una politica per ricchi. E' nostra la battaglia di libertà
In una intervista al quotidiano 'l'Unità', il Segretario Generale della CGIL commenta la manifestazione di e i violenti scontri di sabato scorso: "Sabato una grande domanda di futuro. Ma sul no alla violenza bisogna essere espliciti. Per cambiare le cose non serve un governo d'emergenza" » CGIL, 3 dicembre manifestazione nazionale a Roma
20/10/2011 Condividi su:  condividi su Facebook condividi su Twitter
Una antica questione: il discrimine violenza-non violenza. «No, su questo, contro la violenza, non si transige», dice Susanna Camusso, Segretaria della CGIL, ieri a Berlino, dove si è discusso di due Risorgimenti, assai vicini negli anni, quello italiano e quello tedesco.

Il commento di Susanna Camusso arriva a qualche giorno di distanza dal sabato romano e dopo gli annunci del ministro degli Interni, denunciando da un lato la strumentalizzazione, dall'altro però il limite «di una discussione non condotta sino in fondo».

Che cosa si sarebbe dovuto fare? È stata comunque una grande manifestazione... 
«Una manifestazione straordinaria per la partecipazione di giovani e di meno giovani, un grande popolo di studenti, di precari, di disoccupati, di gente stanca, un popolo tutt'altro che ripiegato su se stesso, sulle vicende italiane, capace invece di guardare al resto del mondo, non genericamente critico ma pronto a contestare quelle soluzioni, tra banche mondiali e finanza globale, che non sono soluzioni per il futuro, mentre la domanda fondamentale è proprio: quale futuro ci aspetta? Però poi ci siamo imbattuti anche nell'altra faccia della manifestazione, faccia che si è delineata a partire da un punto non risolto: proprio il discrimine violenza non violenza. Credo che nell'organizzazione di quella giornata si sia naturalmente riflettuto su questo, ma lasciando qualcosa in sospeso, come si può dedurre da quanto è accaduto. Con le conseguenze che sappiamo: che si è oscurato il senso della protesta, nonostante il tentativo della maggioranza assoluta dei manifestanti di distinguersi dai violenti, e che è andata persa quella domanda, quale futuro?, che esprime volontà di costruire, non di distruggere. Da quella domanda bisogna che si ricominci, ciascuno ovviamente per la sua parte di responsabilità. Noi siamo il sindacato, abbiamo compiti nostri, non mettiamo il cappello su un movimento che è di tanti soggetti, fortunatamente, con i quali interloquire. Ma la discussione sulla violenza deve essere ripresa e in modo assolutamente esplicito. Non possiamo ripassare attraverso tragiche storie del passato».

Non possiamo neppure consentire che una manifestazione democratica venga impugnata da qualcuno, magari da un ministro, come questione di ordine pubblico... 
«Eppure, come è evidente, è successo proprio questo. L'effetto era scontato. Alemanno e Maroni non hanno perso un attimo, oscurando un principio fondamentale in ogni democrazia e della nostra Costituzione: la libertà di manifestare il proprio dissenso, purché venga rispettato il principio della non violenza. Maroni ha escogitato questa idea delle fideiussione, così può manifestare solo chi ha i soldi e i disoccupati non potrebbero mai manifestare. Può sembrare un'idea strana, ma corrisponde a una loro logica, di destra: la politica sulla base del censo... Cioè: può candidarsi chi ha i soldi, farsi eleggere chi ha i soldi, manifestare infine chi ha i soldi. C'è un altro aspetto: tra i cittadini e lo Stato s'è stabilito un patto, per cui si pagano le tasse per godere in cambio di alcuni servizi, compreso quello che dovrebbe garantire l'ordine pubblico. Anche in questa negazione (o ignoranza) del patto di cittadinanza, vedo una loro coerenza: visto che ti lascio evadere le tasse, pagami poi il servizio eventuale».

Si potrebbe aggiungere: così pagano sempre i soliti. Comunque c'è stato, anche da parte del governo, un deficit di previsione.
«Ora denunciano la violenza organizzata. Lo dice il ministro. Non si capisce perché non abbiano tentato di individuare prima la macchina di questa organizzazione, invece di immaginarsi dopo misure repressive che non risolvono nulla».

Senza soldi che decreto sulla crescita potrebbe mai essere? 
«La verità è che non vogliono mettere mano a una politica di giustizia fiscale, che sarebbe anche una politica di giustizia sociale. Adesso si inventano il concordato, che è un altro condono, cioè un altro modo per premiare l'evasione. D'altra parte Berlusconi ci ha fatto sapere che non gli piace la patrimoniale...».

Teme di dover pagare lui più di tutti. 
«C'è di mezzo anche il conflitto di interessi, infatti. Non vuole la patrimoniale anche perché, da furbo, non vuole scontentare lo zoccolo duro del suo elettorato, che ha sempre premiato. Paghino gli altri: la diseguaglianza è la tragedia di questo Paese, diseguaglianza tra ricchi e poveri, diseguaglianza tra Nord e Sud, tra chi paga le tasse e chi no. Ma Berlusconi non ha fretta. Lui ha fretta solo per il processo breve e ha dimostrato di poter nominare in pochi minuti due viceministri e due sottosegretari».

Ancora ieri abbiamo ascoltato un altro richiamo di Napolitano. 
«Il presidente sta compiendo uno sforzo straordinario per riportare il Paese nella giusta direzione».

Un governo d'emergenza nazionale potrebbe essere la direzione giusta? 
Il problema non è Berlusconi. Il problema sono le politiche che il suo governo ha espresso. Un governo d'emergenza, un governo di tecnici, rischia di muoversi nella continuità. Lo stato del Paese dice che è necessaria un'altra politica, che è necessaria una rottura. C'è solo un modo per scegliere quale politica: ridare il voto ai cittadini».

Si, però, davanti all'urna, qualcuno può chiedersi: dove sta l'alternativa? 
«Intanto non dobbiamo lasciarci suggestionare dal ritornello che ci stanno cantando all'infinito governo, maggioranza, certa stampa, in varie versioni: tanto sono tutti uguali. C'è un difetto all'origine in questa affermazione: un conto è stare al governo, un conto è vivere all'opposizione. Quindi inviterei tutti a rifuggire dal mito del leader. Quella del leaderismo è una cultura imposta da questo centrodestra e da Berlusconi, inclini al populismo. Prima non viene il leader, prima viene la politica. Basta con i candidati che si candidano a vicenda e che si silurano a vicenda. Avviare un processo democratico: questo bisogna fare».

L'economista Giavazzi sul Corriere vi ha messo in compagnia della Confindustria: due corporazioni che si sorreggono a vicenda. 
«Dovrebbe dirci dove noi del sindacato avremmo peccato di corporativismo. Chi ha sempre pagato i conti? I lavoratori e il sindacato dei lavoratori. Il giudizio mi sembra ingeneroso anche nei confronti di Confindustria: in vario modo il sistema produttivo ha cercato di reagire alla crisi».

Ma la vostra ricetta è diversa da quella di Confindustria? 
«Profondamente. Loro insistono sulla riforma delle pensioni e sull'innalzamento dell'età pensionabile. Noi insistiamo sui giovani e sulla necessità di far posto ai giovani».

Lasciamo stare Marchionne? Sembra un disco rotto... 
«Finora ha solo chiuso stabilimenti. Siamo qui ad aspettare gli investimenti». 

mercoledì 19 ottobre 2011

Rinnovo RSU

Come avete potuto leggere dalla bacheca CGIL, il comitato degli Iscritti ha scritto alla RSU chiedendo l'attivazione della procedura per indire nuove elezioni.
Siamo convinti che sia arrivata ormai l'ora per questa RSU che , come già scritto sul comunicato, vede una RSU praticamente menomata dalla sua costituzione, poiché due elementi su sei si sono defilati fin dalle prime battute.
Ci riferiamo per l'esattezza al delegato eletto tra le file della CISL e quello della UGL.

Siamo convinti che oggi più che mai la RSU debba essere costituita da persone serie e responsabili che si mettano al servizio della collettività, e non di loschi individui che sfruttino il loro ruolo per fini personali deridendo e offendendo chi in loro ha riservato speranze donandogli il voto.

La CGIL e i suoi uomini sono sempre al servizio dei lavoratori e del lavoro.

mercoledì 6 aprile 2011

E' NATO

Ecco il nostro spazio!!!

Cari amici e compagni,
Cantava in una sua celebre canzone il grandissimo Giorgio Gaber
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

Sono anche queste parole che ci hanno spinto alla creazione di questo portale, un portale che non è solo del sindacato, non è ad uso esclusivo dei sindacalisti, manostro.
E' di tutti quei lavoratori che come noi hanno ancora voglia di conoscere, condividere e crescere insieme agli altri.
La scelta di un blog è il frutto di una attenta analisi che si è basa sulla informatizzazione che caratterizza ormai il nostro vivere quotidiano, sul fatto che la nostra azienda si possa definire giovane e di conseguenza anche noiabbiamo l'obbligo di parlare la vostro stessa lingua, cambiando il modo di divulgare la politica sindacale della CGIL, e di informarvi sul lavoro che svolgono giornalmento nel nostro stabilimento la RSU, la RLS e tutti i dirigenti della Filctem cgil. Infine, ma non certo per importanza, la scelta di un blog è derivate dal fatto che la nostra cara vecchia bacheca è ormai un mezzo di informazione superato. 
Ci auguriamo che in queste pagine e attraverso di esse, riusciremmo a diffundere non solo ciò che succede nella nostra azienda, ma allargare le conoscenze e la discussione anche su tematiche che possono sembrarci distanti, ma che in realtà ci travolgono in pieno. 
Speriamo che i commenti che lascerete ai post saranno spunti e stimoli che in qualità di dirigenti sindacali, abbiamo l'obbligo di cogliere e trasformare prima in discussione politica, e poi in azione.
Naturalmente questa che stiamo intraprendendo è per noi una novità nonché una sfida, sicuramente avremo dei problemi iniziali dovuti anche all'inesperienza nella gestione, speriamo che possiate scusarci anche perché visto il nostro punto di partenza possiamo solo che migliorare...