mercoledì 26 ottobre 2011

Lettera UE: Pensione a 67 anni e licenziamenti facili

Bocciature a raffica dalle opposizioni e dalla Cgil – che invita alla mobilitazione generale - alla lettera del Govenro alla Ue. A partire da un gruppo di senatori Pd (Tamara Blazina, Rita Ghedini, Paolo Nerozzi, Achille Passoni, Giorgio Roilo e Tiziano Treu) che esigono che Sacconi riferisca in Parlamento sull'attacco alle tutele dei lavoratori. 


CAMUSSO: ENNESIMO ATTACCO, MOBILITAZIONE UNITARIA 
Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso invita alla mobilitazione: «A giudicare dalle indiscrezioni, lo spirito riformatore del governo si traduce in un ennesimo attacco, sui licenziamenti, sul lavoro precario, sulle pensioni, che colpiscono in particolare le donne e il mezzogiorno. Siamo per proporre a tutti un'iniziativa di mobilitazione unitaria».

DAMIANO: LETTERA DEL TUTTO NEGATIVA
Cesare Damiano del Pd legge le anticipazioni della lettera e, riservandosi di leggere il testo ufficiale, e la definisce allarmante: «Una ventata di deregolamentazione sul lavoro e sullo stato sociale al quale bisogna assolutamente opporsi». «Un quadro estremamente negativo: ci sono delle promesse fatte all'Europa e come uniche misure concrete quelle di rendere i licenziamenti più liberi e di aumentare l'età della pensione a 67 anni dal 2026. C'è un accanimento sui lavoratori e sui pensionati che la dice lunga sul profilo di questo governo che salva i patrimoni e le rendite e si accanisce sui più responsabili che sono anche i più deboli».

DI PIETRO: PAGANO I DEBOLI, CHIUDERE LEGISLATURA
Secondo il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, «per questo governo ladro a ripianare i conti devono essere i lavoratori, i precari e le fasce deboli e non gli approfittatori e gli evasori della Casta. Ancora una volta, il governo non vuole la pace ma lo scontro sociale. È estremamente necessario che chi ha forza, responsabilitàsenso delle istituzioni, anche all'interno di questo Parlamento, spenga la luce e faccia finire la legislatura prima che lo scontro aumenti».



Queste non sono che le prime reazioni che ha scaturito la lettera che il governo Italiano ha inviato alla UE stamani. Lettera che dovrebbe servire per convincere i partners europei della nostra affidabilità e capacità di crescita e sviluppo, necessarie per uscire dalla crisi.
In realtà più che un piano per la ripresa è un elenco di provvedimenti che il governa si impegna a varare entro un tempo non ben definito!!! Questo come può dare fiducia ai mercati ed ai capi di stato stranieri???
Come può aumentare la crescita andare più tardi in pensione??!!
Come può aiutare la ripresa la distruzione selettiva dell'istruzione, partendo dalla scuole dell'obbligo basate sulle prove INVALSI, fino ad arrivare alle università pubbliche messe in competizione con quelle private (private ma ricevono sovvenzioni dalla Stato come quelle pubbliche)??
Come si può sviluppare la crescita INCENTIVANDO I LICENZIAMENTI!!!!!!


Noi siamo pronti a mobilitarci per rimarcare i nostri NO a quelli che sembrano più dei "piani criminosi"  atti a differenziare ancora di più quel divario già esistente tra operai e ricchi.
ORA BASTA CHE I SOLDI LI CACCIASSERO LORO!!!!!
Speriamo che insieme alla CGIL che da sempre è in prima linea a difesa dei lavoratori, ci siano anche gli altri sindacati.   

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