mercoledì 9 novembre 2011

Camusso, timore per misure su licenziamenti in maxiemendamento. Il 3 dicembre CGIL in piazza per il lavoro

Ai microfoni di RadioArticolo1 il Segretario Generale della CGIL all'indomani del voto alla Camera sul rendiconto di bilancio, afferma: "la sfiducia verso il premier è dovuta al fatto che ha sbagliato tutto per tre anni"

All'indomani del voto alla Camera al rendiconto di bilancio, con soltanto 308 voti favorevoli e 320 non votanti e un astenuto, che ha portato alla perdita della maggioranza da parte del Governo Berlusconi, il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, intervistata da RadioArticolo1 afferma “se ne deve andare a casa”. Un monito che verrà rilanciato il 3 dicembre in occasione della manifestazione nazionale della CGIL in programma a Roma a piazza San Giovanni. Sono molteplici gli esiti che la leader della CGIL, nello scenario politico attuale pone al vaglio: se il 3 dicembre, ci sarà ancora il Governo Berlusconi, spiega Camusso, “il messaggio sarà quello che fa male al Paese, e che quindi deve andare a casa”. Se invece ci sarà un altro governo, prosegue la leader della CGIL “rivendicheremo una politica strettamente legata al lavoro”. Mentre, in caso di elezioni, aggiunge Camusso "diremo a tutti quelli che si candidano che il loro programma deve ripartire dal lavoro".
La numero uno di Corso d'Italia parla di una situazione “molto difficile”, che vede il nostro Paese, “di fronte ad una crisi che non ha precedenti, se non nel dopoguerra. Ma – avverte Camusso - serve tenere i nervi saldi”. Secondo il Segretario Generale della CGIL, per prima cosa, non bisogna dimenticare le responsabilità: "siamo a questo punto – ricorda - non perchè l'Italia sia un paese non in condizioni di autoproteggersi” ma perchè “il Governo ha negato per tre anni la crisi. Se siamo a questo punto con i dati delle borse e dello spread – continua Camusso -  è perchè la credibilità del governo Berlusconi nel mondo è sotto zero”. In merito all'ambiguità delle scelte del presidente del Consiglio, sottolinea la leader della CGIL “credo sia la ragione della sfiducia di queste ore”, e cioè la sfiducia che possa essere “questo governo a rimettere l'Italia sui binari giusti”.
Sul “cosa fare?”, Camusso esprime con chiarezza la necessità di “scelte e decisioni rapide, che siano nel segno dell'uguaglianza sociale”. Il Segretario Generale della CGIL scongiura l'ipotesi di una soluzione che “carichi su pensioni, su licenziamenti e sul mercato del lavoro”. E' forte infatti la preoccupazione del numero uno di Corso d'Italia, che nel maxiemendamento torni di assoluta attualità un intervento unilaterale sui licenziamenti: “Non sono affatto serena – spiega Camusso -, in questi giorni vedo un avvitarsi di situazioni che costituiscono nuove ragioni perchè ci si senta con CISL e UIL per ragionare insieme”. La leader della CGIL ribadisce a questo punto che bisogna cominciare dalla patrimoniale, dall'evasione e dalla distribuzione del carico fiscale. Ma sia chiaro che, spiega Camusso "nessuna soluzione che lascia a questo governo e a questa politica la prosecuzione, ci mette al riparo dalla crisi".
In merito all'ennesima lettera inviata dal Consiglio Europeo al Governo nel quale si chiede come si fanno a ridurre le 46 forme di ingresso al lavoro che ci sono oggi in Italia, il Segretario Generale della CGIL commenta, è “l'unica cosa utile, le altre non sono positive” e aggiunge “non si contrasterà mai la precarietà se si continuerà ad avere 46 forme di assunzione. Ne bastano 4-5”. “Cancellare forme di ingresso - sottolinea Camusso - non costa niente, basterebbe un voto del Parlamento”. Un'altra cosa che, come ricorda la leader della CGIL, si potrebbe fare è un uso più equilibrato degli ammortizzatori sociali. “I giovani, se sono precari, hanno discontinuità lavorativa e per questi non c'è nessun accesso agli ammortizzatori. Se sono dentro le imprese – dice - pagano in termini di licenziamento. Mettiamo lì una risposta che permetta a tutti di poter accedere agli ammortizzatori. Distribuiamo risorse, i giovani sappiano che c'è continuità di reddito”.
Uno sguardo il Segretario Generale della CGIL lo rivolge anche alle donne, sottolineando la necessità che il lavoro femminile e la ripresa demografica vadano insieme, di pari passo. “Bisogna ripristinare la legge contro le dimissioni in bianco – dice Camusso - togliere lo strumento fondamentale di discriminazione sulla maternità che esiste per le lavoratrici”. Al fianco di questo, aggiunge “bisogna introdurre la paternità obbligatoria e togliere i due grandi pregiudizi che rendono il lavoro femminile e la maternità incompatibili”.
Infine, sull'annuncio delle dimissioni da parte del premier, la leader della CGIL spiega: “La parola del presidente della Repubblica è una parola fondamentale, un impegno preso con il presidente della Repubblica va onorato. Però – avverte - è altrettanto evidente che ci devono essere certezze, ma non solo politiche”. Nel concludere Camusso esprime la forte preoccupazione per l'idea che venga proposta al parlamento “una manovra così indigeribile, che obbliga l'opposizione a sottrarsi e in ragione di questo si voti la fiducia e ricominci un balletto nelle prossime ore. Questa – avverte il Segretario generale della CGIL - è la vera preoccupazione. Il tema non è cosa succede un minuto dopo, serve cambiare politica da subito”.

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